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Servendosi di una serie di miti eroici - la morte di Eracle a opera di una veste contaminata dal sangue e dallo sperma di Nesso e quella di Giasone a opera della moglie Medea, che consapevolmente gli regala una veste infetta l'autore tenta di individuare le possibilità di trasformazione eroiche sottese alla trasmissione del virus dell'Aids. Il riferimento al romanzo "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse gli permette di riflettere sulla teoria junghiana della trasformazione e di differenziarla da quella freudiana della sublimazione. Il riferimento a casi cinici avvalora la convinzione che il processo trasformativo è l'esigenza specificamente umana di spostare l'energia psichica verso livelli espressivi sempre più spirituali e culturali.